Déjà vu…
Un po’ di fatti da raccontare.
Un po’ di ragioni da considerare…
Sono successe molte cose questo fine settimana a Roma.
Quasi tutte liete.
Ciascuna merita uno spazio e una in particolare ne avrà uno a parte.
Per Fabrizia Illiano, neocampionessa d’Italia U21, bisogna solo avere ancora un pizzico di pazienza.
Nel frattempo però, immagino che tutti in queste ore, staremo giustamente applaudendo entusiasti sia la fantastica ragazza che il prestigioso traguardo raggiunto con la sua squadra.
Qui ci concentreremo su un altro podio e su una medaglia d’argento.
È opportuno sottolineare il quadro generale nel quale sistematicamente si svolgono le competizioni di canoa polo.
CCNA di solito arriva coi furgoni, uno o due, e dove e quando si può, con un certo numero di auto e di tifosi al seguito.
La maggior parte delle squadre, con un furgone.
Catania in nome e per conto del movimento siciliano, con un tir per il solo materiale tecnico!
Le nostre due U18 mettevano in acqua 12 canoe complessivamente, mentre loro dal camion ne scaricavano nei laghetti dell’Eur quasi 50!
CCNA è stato l’unico club a presentare nella competizione U18 più di una squadra, due ai playoff, tre se consideriamo anche la giornata preliminare giocata a Catania.
Numeri che si sono ripetuti anche in U14 e U16… La Sicilia ha in più anche rappresentative femminili…
Insomma, morale della favola, c’è il Catania, ci siamo noi, poi gli altri.
Per cui se queste due realtà in ambito giovanile, monopolizzano il circuito, i volumi ne rappresentano la prima e più elementare spiegazione.
La seconda è perché le squadre e i ragazzi lo meritano.
Per impegno, preparazione, capacità, spirito, motivazioni, organizzazione e una vagonata di altre qualità sottolineate un po’ ovunque in ogni altra circostanza precedente.
Ogni podio, ogni medaglia, ogni vittoria ha di base questi elementi costitutivi.
Sempre.
Ai livelli massimi, quasi estremi, a cui si è giunti, per generale opinione e convincimento, l’improvvisazione non ha casa e nessuno spazio.
Il singolo particolare, il caso fortuito, la combinazione di eventi favorevoli o avversi, sono variabili possibili, ma nel tempo statisticamente irrilevanti. O così dovrebbe essere…
Il movimento esiste perché la passione che circola è genuina, sincera e indubitabile.
Al di sopra di ogni possibile sospetto.
E allora di che stiamo parlando?
Cosa, ancora una volta, è acido ed indigesto?
Cos’è che non spiega e non convince totalmente nel quadro appena delineato?
Il fatto… ok, ci arrivo…
L’annata, per la squadra U18 A di CCNA, ci porta a giocare la finale a punteggio pieno e dopo 9 vittorie di fila.
Nemmeno l’eterna rivale, lo Jomar, nel momento in cui c’è stato il fischio di inizio della finale, può vantare il nostro analogo “score”.
CNNA U18 A ha vinto lo scontro diretto nella tappa giocata proprio a Catania.
Ma questo non sposta l’equilibrio o i meriti di entrambe le formazioni.
La finale è splendida.
Incerta.
Emozionante.
Combattutissima.
Finisce che la spunta per un soffio il Catania.
Merita come avremmo meritato.
Questo non si discute!
Il nervo scoperto questa volta viene toccato in semifinale.
CCNA se la gioca col Posillipo.
Gli occhi e i cuori di tutti però sono già oltre.
Non per superbia o arroganza.
Per consapevolezza.
Per l’idea maturata e saldata nell’anima, nel corso degli allenamenti, di questa e anche delle passate stagioni. L’obiettivo e i mezzi sono da gradino massimo del podio.
E infatti…
Le differenze in acqua ci sono e si vedono.
Ma si gioca e non si risparmiamo energie.
Questione di rispetto, nello sport.
Se sei superiore all’avversario, devi dimostrarlo.
Se ti atteggi, sono solo chiacchiere e rasenti unicamente il ridicolo.
Allo stesso modo se non riconosci l’altrui superiorità.
E i ragazzi giocano, ciascuno coi propri mezzi e capacità.
Ci ritroviamo sul punteggio di 7-1 a favore di CCNA e a soli 6 secondi dalla fine della partita. 6 secondi…
È finita, la sfida ha già detto tutto.
Il risultato è scolpito.
E in acqua ci sono ragazzi.
Ragazzi, dall’una e dall’altra parte.
Negli occhi, mischiati assieme ci sono sogni e gocce d’acqua.
Nei muscoli e in circolo tossine e adrenalina.
Ragazzi, dall’una e dall’altra parte.
Uno spintona e colpisce l’avversario “rivendicando” un’entrata troppo audace a quel punto dei giochi, ma tradendo pure una frustrazione ingestibile.
L’altro reagisce, lanciandogli contro “no look” il pallone, ma certamente non brandendo scimitarre o mazze chiodate.
Eccoci al punto…
Se il mondo non è giusto, mai e da nessuna parte, la giustizia la vogliamo proprio dagli arbitri della canoa polo?
Si!
Assolutamente si!
Perché assieme alle regole scritte, codificate, enunciate e raccolte puntualmente nei manuali, la migliore di tutte resta sempre quella del buon senso.
Rosso diretto ad entrambi e come Ponzio Pilato fece con Cristo, giustizia è fatta!
Fuori.
Fuori?
Ma davvero?
Sul serio?
Si, certo, c’è la regola.
Fuori, tutti e due, poveri Cristi!
C’è la regola.
Che priva un ragazzo di una gioia, cullata, custodita, alimentata con sacrificio e costanza.
Che priva una squadra di un compagno, in una avventura costruita assieme perché è proprio questo che fa tutta la differenza di questo mondo.
C’è la regola.
Che addossa ad entrambi i ragazzi il peso del gesto di un attimo, a cui non potranno rimediare, nemmeno volendo.
Ma c’è la regola!
E a chi ha fatto bene l’applicazione ottusa e senza eccezioni della regola?
A chi?
A nessuno.
“Ah, va be’, allora se tutto è opinabile, le regole sono inutili.”…
E con questa mirabolante affermazione, logora e stantia, ripeto, come già Ponzio Pilato, si riesce solitamente e contemporaneamente sia a lavarsene le mani sia ad affermare di averle legate!
A CCNA sono bastate le scuse sincere.
Non contemplate nella regola, ma ispirate al buon senso che regola il saper vivere.
Ci siamo conosciuti un po’ meglio con gli arbitri, questo we… abbiamo imparato a riconoscerci nei ruoli che ciascuno correttamente deve rivestire. Squadra, tecnici, pubblico.
Nessuna invasione di campo.
Ma è bastato un soffio di tempo a tutti quelli assiepati attorno al perimetro del campo, per comprendere nitidamente che ingiustizia era stata compiuta. Per tutti.
E questo non aiuta, non va e non fa bene.
Esiste un punto di non ritorno.
In cui si lascia il tavolo perché a certe condizioni non interessa restare.
È umano ed è naturale.
È così che finiscono le avventure.
Provate ad immaginare il circus della canoa polo senza i “volumi” di cui si parlava prima…
Nei confronti di CCNA si è ripetuta l’ennesima immotivata e inspiegabile circostanza statistica avversa!
Circostanza statistica avversa.
Non ci sentiamo vittime e nemmeno osiamo alludere a nefandezze tipiche di altri sport a cui fortunatamente il mondo della canoa polo non appartiene!
Se ci permettiamo di sottolineare una tendenza è solo a salvaguardia di principi e valori in cui ci riconosciamo. Ai ragazzi, a tutti i ragazzi, servono esempi e regole, ovviamente certe, chiare e univoche. Ma umanità, rispetto e comprensione, prima di tutto!
Umanità, rispetto e comprensione.
Dopo questo largo e vi assicuro pesante per tutti, excursus extra sportivo, rientriamo nei ranghi.
CCNA torna dall’EUR centrando il podio. Portandosi a casa una medaglia d’argento con l’U18 A, soddisfazioni con l’U18 B e applaudendo una campionessa d’Italia.
I ragazzi della B, sono stati autori di prestazioni altalenanti, ma quando ci hanno dato dentro, sono stati entusiasmanti. Come al solito, talmente tanto, da sembrare “colpevoli” per non esserlo stati sempre. Siamo incontentabili. Applausi a tutti ma se come sempre vogliamo fare dei nomi, questa volta tocca in rappresentanza di tutti i compagni a Ivan Buono che nella partita vinta contro il Katana, in trance agonistica è stato letteralmente imbattibile, gli avversari non gli avrebbero fatto gol nemmeno se la partita fosse durata una settimana! e a Simone Botte, che con calma e serenità da consumato giocatore, si è preso sottobraccio la squadra, indicando a tutti l’onda giusta da seguire. Sono scesi in acqua in un modo, ne sono risaliti tutti cresciuti.
Menzione speciale per la U18 A per Valerio Illiano. Per i fatti raccontati in precedenza, è stato catapultato nel centro dell’azione nella finale contro lo Jomar. La sera precedente eravamo tutti assieme a cena e la preoccupazione e la tensione gliela leggevi negli occhi. Ha giocato, ha segnato, ha combattuto, ha scheggiato i pali… un leone! Ha anche pianto dopo, un po’ come tutti i compagni. Anche quelle sono lacrime che serviranno. Tutti questi ragazzi hanno cuori grandi come case!
Un meritatissimo applauso ai Coach, Andrea e Ale Carannante.
Tutte le partite sono diverse e importanti. Soprattutto le finali. Anche se si perdono. C’è sempre una storia dietro e c’è una caratteristica che le contraddistingue. Questa volta da squadra, abbiamo pensato agli avversari come ad una squadra. Non ci siamo lasciati abbagliare da uno o due giocatori superlativi. Si è visto. È stato evidente. Alla lunga ha pesato l’essere senza cambi e contati. Alla lunga purtroppo ha pesato la decisione assunta a 6 secondi dalla fine della semifinale. Le energie sono passate prima a “riserva” e poi sono finite. Ma la differenza nonostante tutto, è stato un golletto striminzito. Mentre a serbatoi pieni siamo stati in vantaggio, solido e meritato. Un nuovo e più maturo modo di approcciare tatticamente le gare e gli avversari che condividiamo pienamente.
E per non dimenticare niente e nessuno, chiudo facendo ancora “mea culpa” per un eurogol di Giuseppe Ruggiero, sfuggito alle telecamere sul suono della sirena a chiusura di metà partita.
Non può mai mancare un sentito e doveroso ringraziamento alla solita meravigliosa, calorosa e composta famiglia CCNA.
Assieme ad Enrico Botte abbiamo “dimostrato” che la federazione riesce a perdersi come al solito in un bicchiere d’acqua. È bastato un cavalletto “cinese” e un po’ di buona volontà per stringerci attorno ai nostri ragazzi e sentirci tutti più vicini. Anche con chi per mille ragioni lo era ma da lontano.
Riuscendo perfino ad aiutare le altre squadre a fare altrettanto.
Siamo stati anche noi “una squadra fortissimi”!
Ancora due tappe e poi la canoa polo rallenterà i ritmi per la pausa invernale.
Gli Europei in Sicilia, a Catania dal 4 al 10 ottobre e a seguire l’imperdibile Torneo della Sarparella!
Stay tuned!
Gino Illiano